Il presidio intitolato a Roberto Antiochia del 2 Municipio di Roma, chiude l’anno sociale con una festa nel giorno del compleanno di Roberto, che ricordiamo sempre, insieme a Saveria, per rinnovare il nostro impegno. Sarà un’occasione per incontrarci non solo con le scuole e le associazioni che hanno fatto un percorso con noi, ma anche con gli amici di Libera.
Lo ricordiamo con le parole del fratello Alessandro.
Ciao Roberto,
sono passati 30 anni ma rimane ancora nella mente il sordo rumore degli spari che ti hanno portato via.
Roberto, fratellino mio, una vita immolata al tuo essere poliziotto animato dal dovere e dal senso di protezione nei confronti di chi era stato lasciato solo.
Hai scortato volontariamente il tuo capo Ninni Cassara’, condividevi con lui il grande dolore della morte di Beppe Montana ucciso pochi giorni prima, con loro avevi diviso anni della tua vita nella squadra catturandi di Palermo.
Hai preso l’aereo e sei sbarcato a Palermo tra le lacrime e la forte volontà di prenderli.
Non riesco a cancellare dalla mente nulla di quella orribile giornata, dalla voce strozzata della zia che al telefono risponde “sì” alla mia tragica domanda.
Mille volte mi sono chiesto perchè.
Perchè mafia, potere, denaro, intreccio fatale, tutto come da copione. Ma non basta un ricordo nel giorno della ricorrenza della strage, serve un impegno quotidiano, perchè è nel quotidiano che nascono e si radicano le trame mafiose, quelle trame che Beppe, Ninni e Roberto cercavano di combattere, di fermare.
Un manipolo di eroi senza mezzi decenti che cercava in tutti i modi di opporsi allo strapotere mafioso. Con coraggio spinto all’estremo ci avete lasciato qualcosa di indelebile, una traccia da seguire, un’indicazione precisa di vita spesa per e nella legalità.
Ma i proiettili, quei proiettili il 6 agosto hanno ucciso e fermato i vostri corpi, non le idee e la reazione civile di chi combatte l’essere violento che tutto
sfrutta e tutto mette in atto per il potere e il denaro.
Nostra madre Saveria ha raccolto le idee e da allora non ha mai smesso di combattere, di trasmettere la memoria, finchè ha potuto, fino a diventare una delle fondatrici di Libera.
La sua testimonianza forte e dolorosa è stata trasmessa in ogni luogo dove poteva arrivare e il tuo nome e il tuo gesto hanno accompagnato il suo sorriso nelle scuole, nelle piazze e in tutti i luoghi dove lei poteva arrivare.
Roberto, guardo una tua foto, il tuo sorriso, i tuoi riccioli che da 30 anni sono fonte di ricordi belli e dolorosi, ma anche di forte impegno per non farti dimenticare e per non rendere inutile tutto ciò che tu facevi.
Trent’anni sono passati, una vita spezzata ma sempre dolorosamente presente.
Noi familiari di Libera ci stringiamo sempre forte in un abbraccio che non ha fine e che ci aiuta a trasformare il dolore in impegno per non vanificare tutto ciò che è stato fatto da loro e in loro memoria.
Parole contro proiettili
Parole contro bombe.
Parole sempre accompagnate da pratiche li libertà e di giustizia, che non ci facciano perdere la forza ma ci diano fiducia.
Parole e forza nell’abbraccio di chi ha perso una parte di sè ma non si arrende.
Parole e fiducia di poter cambiare le tante ingiustizie intorno a noi per la costruzione di un mondo migliore.
Alessandro