Vincenzo Enea fu ucciso l’8 giugno 1982 a Isola delle Femmine. Era stato avvicinato da Francesco Bruno, latitante da tempo, per proporgli di diventare socio occulto della sua impresa edile, in quanto aveva soldi da investire, ma Vincenzo Enea si era rifiutato. Un’altra ragione di attrito fra i due era dovuta alla lite per il frazionamento di un terreno con la società BBP (dei Bruno e del loro socio Pomiero), proprietaria della “Costa Corsara”, terreno limitrofo alle palazzine costruite dalla ditta di Enea. A causa di questa lite Vincenzo Enea subì l’incendio di un bungalow, il pestaggio del cane da guardia, il danneggiamento del materiale edile e l’incendio di un magazzino. Benedetto D’Agostino, legato a Vincenzo, tentò una mediazione fra i litiganti, andando così incontro alla morte. Dopo pochi giorni la stessa sorte toccò anche a Vincenzo. Il 22 maggio 2013 Francesco Bruno è stato condannato dal Tribunale di Palermo per l’omicidio di Vincenzo Enea a 30 anni di reclusione.
“Da quel giono le nostre vite sono cambiate bruscamente, era l’8 giugno del 1982 e il buio calava su di noi. Abbiamo atteso oltre 30 anni per avere verità e giustizia. Il prossimo 6 giugno segna un passaggio importante, l’intitolazione di una piazza a Isola delle Femmine è un importante riconoscimento”:
Queste le parole della famiglia Enea, la memoria che diventa impegno, per non dimenticare.