Succede un giorno che una ragazza acquista un libro, un libro che racconta un territorio. Un libro che racconta della presenza della ‘ndrangheta a Nord di Milano.
E così la ragazza scrive allo scrittore del libro, Giuseppe Catozzella, e lo ringrazia. Perché attraverso quel libro una figlia scopre perché è cresciuta senza il suo papà.
Tra le tante storie raccontate c’è un episodio avvenuto il 15 settembre del 1990 a Bresso. Un sabato pomeriggio come tanti in un piccolo paese dell’hinterland milanese e all’improvviso gli spari.
I proiettili che tolgono la vita a Piero Carpita e Luigi Recalcati erano destinati a Franco Coco Trovato, il numero due della ‘ndrangheta lombarda. Quei proiettili, esplosi un sabato pomeriggio in una via centrale di Bresso, scatenarono una guerra di mafia che in tre mesi fece 25 morti.
Piero Carpita, 46 anni, era totalmente incensurato, nessun parente pregiudicato o legato alla criminalità organizzata. Era seduto al bar a bere un caffè. Luigi Recalcati, un pensionato, si trovava a passare in bicicletta.