Sono trascorsi 24 anni dall’8 febbraio 1993 quando il sovraintendente capo della Polizia Penitenziaria Pasquale Campanello tornava a casa dal suo turno di lavoro. Prestava servizio nel carcere di Poggioreale nel padiglione Venezia, reparto di massima sicurezza, che ospitava pericolosi criminali. Proprio quella sera, uomini vili e senza scrupoli decidono che il giovane sovraintendente non abbraccerà più i suoi cari. Lo freddano sotto casa con inaudita violenza, il suo torto quello di non essersi piegato ai voleri dei malavitosi, quello di aver svolto il proprio compito nel rigoroso rispetto delle norme. Ad oggi non è stata data identità né ai mandanti né agli esecutori dell’efferato delitto. Nel 1997 Pasquale Campanello viene riconosciuto “Vittima del Dovere” ai sensi della legge 466/1980 dal Ministero dell’Interno. Nel corso degli anni la sua onestà, la sua rettitudine, la sua abnegazione ne hanno fatto simbolo di legalità e giustizia grazie all’associazione “Libera” e ai suoi ragazzi che sono sempre vicini a noi familiari alimentando e tenendo vivo il suo ricordo.
Antonietta Oliva
moglie di Pasquale Campanello
Chi era Pasquale Campanello
Lo aspettavano sotto casa a Mercogliano (AV) la sera dell’8 febbraio 1993. Erano in quattro ad attenderlo perché dovevano punire l’intensigenza e l’onestà di Pasquale Campanello, sovraintendente Capo del corpo di Polizia Penitenziaria. Aveva terminato il suo turno nel carcere di Poggioreale dove lavorava nel padiglione di massima sicurezza nel quale scontavano la condanna molti affiliati alla camorra. Forse pensava alla moglie e ai suoi figli che lo aspettavano in casa per la cena, era appena arrivato. Ma qualcuno aveva deciso: Pasquale aveva solo 32 anni quando fu investito da una raffica di proiettili.