Strage di Feudo Nobile

When:
January 28, 2017 all-day
2017-01-28T00:00:00+01:00
2017-01-29T00:00:00+01:00

A Niscemi operava dal 1943 una pericolosa banda criminale che per diversi mesi divenne compagna di strada del movimento separatista siciliano, prima di essere ripudiata dagli stessi separatisti per la ferocia dei suoi delitti. Nel 1946 il capo di questa banda era Salvatore Rizzo che organizzò un agguato per attaccare la caserma di Feudo Nobile (Gela).
Una denuncia per pascolo abusivo costrinse un brigadiere e quattro carabinieri a uscire per un sopralluogo. Erano il brigadiere Vincenzo Amenduni, i carabinieri Vittorio Levico, Emanuele Greco, Pietro Loria e Mario Boscone. Dopo il sopralluogo, mentre stavano per tornare in caserma, furono attaccati dalla banda criminale, tentarono di resistere rifugiandosi in una cascina, ma quando finirono le munizioni vennero catturati e disarmati dai banditi che non contenti, diedero l’assalto alla caserma per eliminare completamente il presidio. Dopo un cruento conflitto a fuoco, riuscirono a sopraffare e a catturare i carabinieri Mario Spampinato, Fiorentino Bonfiglio e  Mario La Brocca. Rizzo e la sua banda trascinano gli otto ostaggi nel profondo entroterra, che sfuggiva a ogni possibile controllo territoriale. Offrirono di rilasciare gli otto ostaggi in cambio del capo dell’EVIS, Concetto Gallo, da poco arrestato. Le trattative fallirono e il 28 gennaio gli otto carabinieri sparirono nel nulla. Solo il 25 maggio successivo, dopo la cattura a Catania del bandito Milazzo che aveva partecipato all’eccidio, i loro cadaveri furono ritrovati nudi in contrada Bubonia, comune di Mazzarino (Caltanissetta) dentro una enorme buca. La buca, profonda 15 metri e larga 3, serviva per l’estrazione dello zolfo dalle locali miniere. A uno a uno erano stati freddati, alla presenza dei commilitoni e buttati di sotto. Il brigadiere Bonfiglio stringeva ancora fra le dita rattrappite la foto dei figli. Il comando Generale dell’Arma dei Carabinieri in memoria del sacrificio dei militari caduti tributò loro un encomio solenne. Successivamente, nel 1996, ad opera dell’associazione nazionale Carabinieri di Bolognetta, città nativa di uno dei martiri, fu posta presso il comando di Mazzarino una lapide commemorativa alla cui apposizione parteciparono varie autorità civili, militari e religiose.
L’episodio è passato alla storia come Strage di Feudo Nobile.