Pasquale Miele era un giovane imprenditore emergente di appena 28 anni: insieme al padre Tammaro e ad altri due fratelli, conduceva un piccolo laboratorio di abbigliamento, sistemato proprio accanto alla sua abitazione.
Il 6 novembre del 1989 sembrava essere un sera come tante altre, ma il temporale che si abbatté sul piccolo paesino di Grumo Nevano (NA) in quelle ore pareva preannunciare ciò che sarebbe accaduto di lì a poco. Pasquale si trovava nella sua casa, insieme alla sua famiglia. Sentendo alcuni rumori si avvicinò alla finestra, aprendo leggermente le imposte e rimanendo fermo dietro al davanzale, ma proprio in quel momento i killer aprirono il fuoco ad altezza d’uomo colpendolo in pieno petto. Tra il rumore dei tuoni e della pioggia fitta si confuse il terribile colpo che provocò la sua tragica morte. Le indagini furono subito puntate sul mondo del racket e per gli inquirenti ci furono pochi dubbi: l’esecuzione era stata compiuta da una banda che aveva l’ordine di intimidire la famiglia Miele.