Lo aspettavano sotto casa a Mercogliano (AV) la sera dell’8 febbraio 1993. Erano in quattro ad attenderlo perché dovevano punire l’intensigenza e l’onestà di Pasquale Campanello, sovraintendente Capo del corpo di Polizia Penitenziaria. Aveva terminato il suo turno nel carcere di Poggioreale dove lavorava nel padiglione di massima sicurezza nel quale scontavano la condanna molti affiliati alla camorra. Forse pensava alla moglie e ai suoi figli che lo aspettavano in casa per la cena, era appena arrivato. Ma qualcuno aveva deciso: Pasquale aveva solo 32 anni quando fu investito da una raffica di proiettili.