Natale De Grazia nacque a Catona di Reggio Calabria il 19 dicembre 1956. Conseguì il titolo professionale di Capitano di lungo corso nel 1981, dopo aver effettuato quattro anni di navigazione in acque nazionali e internazionali in qualità di 2° e 1° ufficiale di coperta su navi mercantili e petroliere. Nell’anno 1982/83 superò il concorso pubblico per ufficiali nella marina militare, corpo capitanerie di porto ruoli normali, raggiungendo di anno in anno condizioni di avanzamento di carriera da guardia marina fino ad arrivare a capitano di corvetta. Concluso l’anno di studio – formazione all’accademia navale di Livorno, venne imbarcato sulla nave militare Sagittario, in missione in Libano nel dicembre 1983. Prestò successivamente servizio presso la Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina e dopo due anni venne trasferito al Compartimento Marittimo di Reggio Calabria, dove rimase per sei anni. Nel 1991 venne disposto il suo trasferimento a Carloforte (Cagliari) per assumere il comando del Circomare per circa due anni. Poi un nuovo trasferimento al Compartimento di Reggio Calabria, dove assunse diversi incarichi. A partire dal 1994, collaborò attivamente col pool investigativo della procura di Reggio Calabria relativamente al traffico di rifiuti tossici e/o radioattivi su espressa richiesta del procuratore capo dott. Francesco Scuderi, il quale ritenne preziosa ed essenziale la collaborazione del De Grazia con il sostituto procuratore Francesco Neri, titolare delle indagini. Il comandante De Grazia morì improvvisamente il 13 dicembre 1995 a Nocera Inferiore (SA), mentre si trasferiva da Reggio Calabria a La Spezia nell’ambito delle indagini che stava seguendo. La morte sopraggiunse dopo il consumo di un pasto in una stazione di servizio sull’autostrada Salerno – Reggio Calabria. Il certificato di morte riporta quali cause del decesso le troppo generiche motivazioni: arresto cardio – circolatorio. Il suo corpo fu sottoposto ad autopsia solo dopo una settimana dal decesso e presso l’ospedale di Reggio Calabria, anziché Nocera Inferiore dove era deceduto. Agli esami autoptici non è stato concesso di assistere al consulente medico della famiglia che chiese di ripetere gli esami. La seconda autopsia fu assegnata allo stesso perito che condusse la prima e i risultati di questi ulteriori esami, che confermarono ovviamente i dati della prima, furono trasmessi alla famiglia dopo circa dieci anni.
Il risultato del lavoro investigativo condotto dal capitano De Grazia è contenuto nei fascicoli dell’inchiesta giudiziaria sull’affondamento della nave Rigel e altri “navi a perdere” presso la procura di Reggio Calabria archiviata nell’anno 2000. In molti hanno messo in relazione il suo misterioso decesso con i risultati del suo lavoro investigativo, sospettando anche che il capitano De Grazie possa essere rimasto vittima di un avvelenamento.