È il 2 settembre del 1980, Italo Toni e Graziella De Palo, due giornalisti italiani inviati in Libano per indagare sui traffici di armi da Beirut, scompaiono senza lasciare tracce. A 29 anni di distanza i loro corpi non sono stati ancora ritrovati.
I giornalisti Italo Toni e Graziella De Palo da dieci giorni si trovano in Libano per raccontarne la guerra civile, coacervo di contraddizioni politico-militari e terreno di scontro di più raggruppamenti (nonché laboratorio di quella che sarà, due anni dopo, l’invasione israeliana mossa da Ariel Sharon), ma soprattutto per indagare sui traffici d’armi e sugli intrighi internazionali che vedono anche la partecipazione dei servizi segreti italiani.
Come in tutte le guerre anche in Libano il traffico di armi è piuttosto attivo.
Graziella De Palo, 24 anni, indaga sui traffici di armi per il quotidiano Paese Sera e per la rivista l’Astrolabio, mentre Italo Toni, 51 anni, è un esperto di questioni mediorientali e per questo collabora con diverse testate, anche internazionali.
Italo e Graziella sono ospiti del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP), formazione di estrazione marxista (guidata da George Habbash), che gli ha promesso di condurli a sud sulle colline dove si trova il castello di Beaufort, sulla linea dello scontro con l’esercito israeliano. I due hanno scoperto che proprio in Libano avvengono traffici internazionali d’armi in violazione degli embarghi sanciti dall’Onu: per loro è quindi una grande occasione unirsi a un gruppo di guerriglieri per raccontare proprio questo tipo di traffici.
Il 2 settembre, dunque, dopo aver confermato le stanze d’albergo e avvertito l’ambasciata italiana, partono con alcuni membri del FPLP. Da questo momento le loro tracce scompaiono nel nulla. Della loro sorte non si saprà più niente e i loro parenti a 36 anni dalla scomparsa, non sanno ancora se sono morti, e se sì come e per mano di chi.