Carmine Tripodi era Comandante della Stazione dei Carabinieri di San Luca, impegnato ad arginare l’ondata dei sequestri di persona in Aspromonte. Riuscì ad assicurare alla giustizia i rapitori dell’ingegnere napoletano Carlo De Feo, titolare di un’avviata industria nel settore delle telecomunicazioni, tenuto prigioniero per 395 giorni. De Feo, una volta libero, decise di collaborare alle indagini. Tripodi e i suoi Carabinieri, con l’aiuto dell’ex rapito, riuscirono a localizzare otto prigioni, tra le impervie alture dell’Aspromonte. Il 6 febbraio 1985 intorno alle 21 stava percorrendo la provinciale San Luca – Bovalino, rimase vittima di un agguato. Punito perchè aveva scombussolato piani e organigrammi di alcune cosche dedite ai sequestri. Carmine avrebbe dovuto sposarsi da lì a poche settimane.