Antonio Scoppelliti, entrato in magistratura a soli 24 anni, ha svolto la carriera di magistrato requirente, iniziando come Pubblico Ministero presso la Procura della Repubblica di Roma, poi presso la Procura della Repubblica di Milano. Procuratore generale presso la Corte d’Appello, quindi Sostituto Procuratore Generale presso la Suprema Corte di Cassazione. Seguì una eccezionale carriera, che lo portò a essere il numero uno dei sostituti procuratori generali italiani presso la Corte di Cassazione. Si è occupato di vari maxi processi, di mafia e di terrorismo. Ha rappresentato, infatti, la pubblica accusa nel primo Processo Moro, al sequestro della Achille Lauro, alla Strage di Piazza Fontana e alla Strage del Rapido 904. Per quest’ultimo processo, che si concluse in Cassazione nel marzo del ‘91, il procuratore Scopelliti aveva chiesto la conferma degli ergastoli inferti al boss della mafia Pippo Calò e a Guido Cercola, nonché l’annullamento delle assoluzioni di secondo grado per altri mafiosi. Il collegio giudicante della Prima sezione penale della Cassazione, presieduto da Corrado Carnevale, rigettò la richiesta della pubblica accusa, assolvendo Calò e rinviando tutto a nuovo giudizio. Il 9 agosto 1991, il giudice, in vacanza in Calabria, sua terra d’origine, presso Piale, sulla strada provinciale tra Villa San Giovanni e Campo Calabro, fu affiancato da un’altra vettura dalla quale vennero esplosi due colpi di arma da fuoco che raggiunsero il magistrato, finito poi con un colpo a bruciapelo di Walther P38. Quando fu ucciso stava preparando, in sede di legittimità, il rigetto dei ricorsi per Cassazione avanzati dalle difese dei più pericolosi esponenti mafiosi condannati nel primo maxiprocesso a Cosa Nostra. Si crede che per la sua esecuzione si siano mosse insieme la ‘ndrangheta e Cosa Nostra, dopo che il magistrato rifiutò 5 miliardi per sospendere il suo lavoro.
Antonio Scoppelliti | Magistrato
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August 7, 2016 all-day
2016-08-07T00:00:00+02:00
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