“Oggi voglio ricordare un uomo che è stato un padre, un figlio, un fratello e a suo modo – pure un nonno… anche se non ci ha mai conosciuti.
Voglio immaginarmelo così, come lo vedo ritratto in un freddo busto di bronzo, mentre guarda un punto indefinito all’orizzonte. Perché un poeta, un pittore, un artista insomma – io me lo immagino un po’ così, col naso all’insù, magari perso ad immaginare qualcosa che forse stasera diventerà un quadro, quando siederà a dipingere nel suo studio. O forse diventerà poesia, dopo aver annotato un pensiero sul suo taccuino. Voglio ricordare a me stessa e un po anche a voi, che ad essersene andato 69 anni fa per mano mafiosa, non è soltanto l’uomo pubblico, politico, impegnato nella lotta sindacale: è un uomo che ha dovuto dire addio troppo presto ai suoi tre figli, alla sua bellissima moglie, al suo quotidiano, ai suoi sogni, alle sue speranze, alle sue ambizioni, ai mille errori che come tutti noi avrebbe potuto commettere e ai mille impegni che ancora doveva portare a termine. Perché è questo che fa la mafia: interrompe qualcosa, spezza una speranza, sparge violenza e ricopre di tristezza, lascia incompiuti i sogni delle persone. Ecco: oggi voglio ricordare semplicemente un sognatore che non c’è più.”
Questa è la lettera scritta da Silvia, la nipote di Accursio Miraglia, lo scorso anno.
A 70 anni dalla morte del sindacalista, vogliamo ricordarlo con le parole di chi non lo ha mai conosciuto ma tenuto sempre nel cuore.
In occasione dei 70 anni, mercoledì 4 gennaio 2017 Sciacca ricorderà Accursio Miraglia a partire dalle ore 10 al cimitero, deponendo corone di fiori sulla tomba di Miraglia, e alle 11, in piazza Lazzarini, il luogo dell’omicidio insieme a Susanna Camusso, segretario nazionale della CGIL.
Chi era Accursio Miraglia
Accursio Miraglia fu un forte sostenitore del Comitato di Liberazione di Sciacca, il paese dell’agrigentino in cui nacque e visse. Assieme al futuro senatore della Repubblica Pippo Molinari, creò i comitati d’intesa democratica. È in questo periodo che Miraglia comincia a diventare parte attiva della vita politica sia provinciale che locale; partecipò infatti alla costruzione del Pci e ne fu dirigente.
Egli riuscì a creare e a dirigere la prima Camera del Lavoro siciliana, nata appunto a Sciacca. Organizzata in modo da poter esprimere al massimo lo spirito comunitario e i diritti dei lavoratori, La Camera del Lavoro saccense fu un esempio, così come lo era stato il Comitato Antifascista di Sambuca di Sicilia, per i nascenti sindacati e sindacalisti che purtroppo avranno un futuro pieno di lacrime e ingiustizie.
Una delle iniziative più voluta da Accursio Miraglia fu la fondazione della cooperativa “La Madre Terra”, attraverso la quale divenne la voce dell’umile gente che chiedeva l’attuazione delle leggi Gullo-Segni che destinavano alle cooperative i terreni incolti appartenenti ai latifondi.
L’ultimo incarico fu quello di presidente dell’ospedale di Sciacca.
La notte del 4 gennaio 1947, sulla porta di casa, Accursio Miraglia fu ucciso da alcune raffiche di pistola-mitragliatrice. Per giorni, la salma, esposta nella camera del lavoro di Sciacca, venne visitata dai lavoratori di tutta la provincia, mentre l’esecrazione per il crimine si allargava nell’Isola dove, ovunque, erano in corso le grandi lotte per la terra. L’ondata di protesta costrinse polizia e carabinieri ad aprire un’inchiesta, ma, tra «aggiustamenti», colpi di scena e ritrattazioni alla fine nessuno risultò colpevole.