“A distanza di 25 anni le indagini della Procura di Catania sull’assassinio di mio padre non sono ancora arrivate a nulla. Dopo le mie denunce, appunto nel 2008, il procedimento è stato riaperto, ma da allora io ho chiesto più volte alla Procura notizie sugli sviluppi delle indagini, e, in tutti questi anni, mi è stato sempre detto soltanto che non è stato fatto alcun passo avanti. Io voglio credere ancora alla giustizia, non è stato facile metabolizzare il dolore della tragica morte di mio padre, l’ho fatto grazie alla vicinanza di altri familiari di vittime innocenti che fanno parte di Libera; insieme a molti di loro, portiamo avanti un programma di memoria delle storie dei nostri cari, nella certezza che un popolo senza memoria sia un popolo senza gambe. Ma la memoria non può bastare, serve anche dare una risposta di giustizia alle tante, troppe vittime di omicidi ancora impuniti.”
Francesco Vecchio, il figlio Salvo lancia un grido di dolore e chiede verità e giustizia per l’assassinio del padre ucciso insieme a Alessandro Rovetta il 31 ottobre 1990 nella zona industriale di Catania a poca distanza dalle Acciaierie Megara dove entrambi lavoravano, un omicidio la cui mano è ancora sconosciuta ma la cui matrice è di origine mafiosa.
A Francesco, a Alessandro e a tutte le vittime innocenti che ancora ci sfuggono, dedichiamo la nostra memoria e il nostro impegno. #memoriaeimpegno