Libera quest’anno si è data un nuovo Statuto, frutto di un lavoro di riflessione attento. Sono in corso cambiamenti importanti che stanno portando l’associazione ad adeguarsi a nuove regole che hanno però alla base gli stessi punti cardine di sempre: Memoria e Impegno. Tanto è che nel cambiamento viene riconosciuto un ruolo fondamentale ai familiari delle vittime innocenti delle mafie, ruolo svolto negli anni passati nel silenzio ed in modo informale ed ora avallato ed arricchito dal confronto con le altre figure di Libera. Eppure il nuovo Statuto non legittima nessuno a scavalcare i processi democratici dell’associazione che però non rispondono ai meccanismi che sono alla base delle organizzazioni partitiche, bensì sono frutto di condivisione faticosa e laboriosa. Noi stiamo vivendo questi cambiamenti e conosciamo bene il valore dell’attività di Libera che ha davanti a sé un nemico chiaro: le mafie. Troviamo inconcepibile la confusione che si sta creando a causa delle notizie impazzite che si rincorrono negli ultimi giorni. Tutto è mescolato in un unico calderone dove non si fa più alcuna distinzione. Noi non ci stiamo. Noi crediamo nell’impegno di tutti nell’assumersi le proprie responsabilità. Ed in questo assumersi responsabilità che ognuno deve fare autocritica e permettere i cambiamenti necessari ad andare avanti. C’è qualcosa che è realmente molto complesso da costruire: il Noi di cui il nostro Presidente don Luigi Ciotti parla così spesso. Noi crediamo in quella condivisione che ti costringe a fare un passo indietro per costruire l’affermazione collettiva di valori e idee. Ecco, questo rischia di essere sporcato dalle notizie che circolano e non è possibile permetterlo. Perché dietro di noi, dietro ognuno di noi, ci sono altri che hanno vissuto la loro vita ed avrebbero voluto continuare a viverla avvolti dall’amore di una famiglia ed invece la violenza mafiosa li ha spazzati via senza pietà, spazzando via anche la serenità delle nostre famiglie. Poi ci sono tutti coloro che abbiamo davanti, i tanti giovani che incontriamo nelle scuole ed a cui abbiamo raccontato le storie dei nostri cari, per permettere loro di conoscere una storia che non è scritta sui libri di scuola. Per tutta questa umanità, passata, presente e futura, noi non possiamo permettere che vengano scritte falsità su Libera, che sia attaccato il nostro presidente in una personalizzazione dei contesti dannosa ed inutile. In questo modo viene attaccata l’assemblea che ha votato uno statuto che fa da spina dorsale ad attività che hanno la possibilità di innescare processi di cambiamento, che regola l’impegno di tutti noi, che ci guida nel confronto. Noi crediamo nel confronto che Libera ci ha dato la possibilità di vivere, riconoscendo l’importanza delle storie più sconosciute ed accompagnando la solitudine di tanti di noi. Si dice che “la speranza è l’ultima a morire”. Per noi è accaduto l’inverso: hanno ucciso la speranza ma il nostro vivere un percorso condiviso in Libera, riconoscendo nelle tante battaglie i valori per la difesa dei quali i nostri cari sono stati uccisi, ha permesso alla speranza di rinascere. Dalle notizie di questi giorni viene fuori un’immagine di Libera distorta che non è quella che conosciamo. La Libera che conosciamo e che viviamo tutti i giorni è quella capace di dare vita a tanta bellezza e continuare a coltivare e seminare la speranza.
La rete di Libera dei familiari delle vittime innocenti delle mafie