Nicolò Alongi all’età di trent’anni entra nell’agone politico e sindacale, seguendo il leader del Fascio di Corleone, Bernardino Verro, e partecipa alla costituzione del Fascio di Prizzi. In occasione dello sciopero agrario del 1901 assume la direzione del movimento. All’impegno politico unisce quello intellettuale leggendo, da contadino appena alfabetizzato, i classici del socialismo e diventando corrispondente locale di diversi giornali palermitani. La mafia agraria locale e i suoi padrini politici tentano di fermarlo attraverso le minacce e l’uccisione del suo collaboratore Giuseppe Rumore. Nicola non si ferma e continua la sua battaglia. Viene ucciso il 29 febbraio 1920.