Giuseppe Giammona, 24 anni, fu ucciso con una scarica di proiettili nel suo negozio di abbigliamento a Corleone. L’omicidio maturò perché Giovanni Riina, figlio del più noto Totò, verso la fine del 1994 cominciò a temere per alcune voci che circolavano in merito alla volontà di alcuni componenti di una cosca rivale di sequestrare qualcuno della sua famiglia. Giovanni Riina iniziò a sospettare di alcuni compaesani, in particolare dei fratelli Giammona. Ipotesi poi smentita dagli investigatori: non vi era alcun pericolo per i Riina. La paura però per Giovanni si faceva sempre più forte e per questo decise di parlarne con lo zio Leoluca Bagarella. Il boss non perse tempo: dopo una serie di accertamenti individuò i Giammona e decise di passare all’azione con la complicità di Giovanni Brusca (condannato a 12 anni) e Leonardo Vitale (condannato all’ergastolo). Quello che accadde nel gennaio del 1995 lo raccontano i pentiti. Ed è con le loro dichiarazioni che si fa luce sugli omicidi: Giuseppe Giammona muore nel suo negozio il 28 gennaio; un mese dopo vengono uccisi in macchina, con fucili a pallettoni e pistole a tamburo, anche Giovanna Giammona (la sorella di Giuseppe) e suo marito Francesco Saporito.