Auguri

Nell’ultimo anno ho conosciuto molte persone e altrettante storie di esistenze, spesso complicate e dolorose. Con l’approssimarsi delle feste natalizie mi viene da pensare a quanto sarebbe bello abbracciarle una a una.
Vorrei abbracciare Angela Manca, la mamma di Attilio, che prosegue con la sua famiglia un difficile percorso per ottenere giustizia e verità sulla morte del figlio. Quante volte, leggendo ciò che scrive sul suo profilo facebook, ho pensato a quanto è forte il suo amore di madre e nello stesso tempo quanto la sua determinazione rispettosa la renda un punto di riferimento di coerenza.
Vorrei abbracciare Susy Cimminiello, che ha trascorso un anno nelle aule di tribunale in cui si sono svolte le udienze per l’omicidio di suo fratello Gianluca e proprio in questi giorni ha saputo, dopo mesi di ansia disperata, che i responsabili sono stati condannati all’ergastolo.
Vorrei abbracciare Antonella Azoti che in questo mese ha ricordato i settanta anni della scomparsa di suo padre, Nicolò Azoti, segretario della Camera del Lavoro, ucciso dalla mafia in Sicilia nel 1946, e lo ha fatto portandosi addosso il peso dell’assenza di qualunque riconoscimento da parte dello Stato Italiano,  le cui leggi attribuiscono lo status di vittima di mafia a partire dal 1961, lasciando sole le vittime e ancora di più le loro famiglie.
Vorrei abbracciare Augusta e Vincenzo  Agostino, che attendono da troppo tempo la verità per la morte del loro figlio Antonino. Questo è stato l’anno in cui speravano di avercela fatta, ma ancora una volta devono tornare ad attendere.
Vorrei abbracciare le sorelle e i fratelli di Hyso Telharaj, giovane albanese che venne in Italia per lavorare la fertile terra della mia Capitanata e fu ucciso dai caporali in un casolare di campagna. Quest’anno abbiamo avuto la fortuna di conoscerli e ricevere da loro il grande dono di alcune fotografie di Hyso e da queste abbiamo appreso il suo sorriso.
Devo fermarmi, l’elenco è tanto lungo e mostra quanto dolore la violenza mafiosa ha portato nel nostro Paese. Eppure è evidente come queste donne e uomini attendono giustizia rinnovando giorno dopo giorno la speranza. Sembra quasi una magia, ma in realtà è il risultato dell’impegno di altrettante donne e uomini che hanno dedicato la loro vita a contrastare le mafie, facendolo all’interno delle istituzioni ma anche nel mondo delle professioni e della società civile.
Ad alcuni dei nomi che ho ricordato è stato intitolato un presidio di Libera, a cui corrisponde un gruppo di persone che hanno scelto di ricordare, nel loro impegno quotidiano per cambiare un pezzetto di mondo, una persona a cui hanno tolto la vita. Il loro impegno costituisce l’energia che alimenta la speranza e impedisce che la disperazione,  il cinismo e il dolore rendano arida la nostra vita.
A partire da queste positività meravigliose, sarebbe bello che nell’anno nuovo ci fossero risposte di giustizia che portino pace a chi non ne ha. Che ognuno faccia la propria parte senza tentennamenti e avendo ben presenti i volti di chi attende senza smettere di amare il territorio in cui vive.
Il mio augurio più sincero è di riuscire a individuare, con amore e cura per le persone, tutte le strade che ci portino a costruire quel Noi di cui parla sempre il nostro Presidente, don Luigi Ciotti. Il Noi è la rete entro la quale può essere possibile recuperare l’approccio più umano ai problemi che affliggono il nostro tempo. Il Noi può riparare lo strappo che i crimini hanno causato nelle nostre vite e nelle nostre comunità.
Il Noi è la possibilità concreta di vedere la speranza continuare a nascere, nelle nostre vite, nelle nostre case in cui i nostri cari da molti Natali ormai non sono più con noi.  In quel Noi ci sono anche loro, con i loro sogni e il loro amore.
Prima delle vacanze di Natale, mio padre Francesco, Franco per gli amici, Ciccio per i fratelli, ci aiutava a preparare il presepe e l’albero di Natale. Nei suoi gesti era evidente l’amore per la sua famiglia.
Dopo 21 anni dalla sua morte, sento che quell’amore è intatto al mio fianco.
Questa è la parte più bella della nostra capacità di costruire Memoria, quella che ci permette di mantenere vivo al nostro fianco quell’amore, che impedisce a chi li ha uccisi di uccidere anche noi.
Auguri a tutti Noi.

Daniela Marcone

Responsabile Settore Memoria

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