Paolo Svezia era il custode notturno di uno stabilimento che si occupava di trasformazione degli agrumi ad Avola. 53 anni, morì dilaniato da una esplosione di 20 chili di dinamite che distrussero un’intera ala dello stabilimento. Un’altra carica di ulteriori 20 chili piazzata a ridosso di una trave portante non esplose. A scoprire l’attentato fu uno dei titolari dell’azienda “Fratelli Fugali Srl”, Sebastiano Fugali, giunto in contrada Zagaria, a 3 km dal paese, intorno alle 8.00 del mattino del 29 ottobre. Lo stabilimento era stato da poco ultimato e non aveva ancora avviato la propria attività. Paolo Svezia al momento dell’esplosione si trovava quasi certamente dentro il suo alloggio, nell’ala maggiormente colpita. I resti del suo corpo, straziato dall’esplosione, sono stati trovati dagli investigatori sparsi nel raggio di alcune centinaia di metri. Svezia, che abitava ad Avola, aveva moglie e quattro figli, era stato assunto appena quattro giorni prima per la guardiana del capannone. L’attentato all’azienda volle essere una risposta verso i titolari che si erano rifiutati di pagare il pizzo.