L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha designato il 25 novembre come data per istituire la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Verrà intitolata oggi a Casarano la piazzetta di Viale Stazione alla conterranea Renata Fonte, vittima innocente della mafia.
In memoria di Renata Fonte nasce nel 1998 l’associazione “Donne insieme” con l’intento di promuovere la legalità e non violenza sul territorio. Da una intensa collaborazione con la Procura Nazionale Antimafia, la Questura e il Pool Antiviolenza del Tribunale, nasce la “Rete Antiviolenza Renata Fonte”, primo centro antiviolenza, riconosciuto dal Ministero dell’Interno in collaborazione con il Ministero delle Pari Opportunità. Nel comune di Nardò (Lecce) sono state dedicate a Renata Fonte una piazza e la sala consiliare.
Nel 2009, in occasione del 25° anniversario della morte, è stata inaugurata al Parco di Porto Selvaggio una stele in memoria dell’impegno civile e politico di Renata Fonte.
Chi era Renata Fonte
Renata Fonte nacque a Nardò (Le) il 10 marzo 1951. A diciassette anni incontrò Attilio Matrangola, sottufficiale dell’Aeronautica Militare di stanza a Otranto, che diventerà suo marito nell’agosto 1968. Per diversi anni seguì il marito in giro per l’Italia, fino a quando, nel 1980, Attilio venne trasferito all’Aeroporto di Brindisi. Insegnò alle Scuole Elementari di Nardò, studiò Lingue e Letterature straniere all’Ateneo leccese. Forte degli insegnamenti di Pantaleo Ingusci, cominciò a impegnarsi attivamente nella vita politica militando nel Partito Repubblicano Italiano, fino a diventarne Segretario cittadino. Partecipò alle battaglie civili e sociali di quegli anni anche iscrivendosi all’U.D.I. e dirigendo il Comitato per la Tutela di Porto Selvaggio, contro le paventate lottizzazioni cementizie. Decise di candidarsi alle elezioni amministrative nelle quali risultò eletta, divenendo la prima donna Assessore che il P.R.I. vanti a Nardò. Dall’Assessorato alle Finanze in seguito passò a quello alla Pubblica Istruzione, Cultura, Sport e Spettacolo. Contemporaneamente entrò nel direttivo provinciale del partito e divenne anche responsabile per la provincia del settore Cultura dei repubblicani. Sono anni di intensissime e sofferte battaglie in una Nardò travolta dalla violenza della lotta politica. In questo periodo Renata Fonte iniziò a scoprire illeciti ambientali e si oppose con tutte le sue forze alla speculazione edilizia di Porto Selvaggio. Renata Fonte combatté spesso sola e contro tutti.
Venne assassinata a pochi passi dal portone di casa la notte fra il 31 marzo e il primo aprile 1984, mentre rientrava da un Consiglio comunale. È il primo omicidio di mafia nel Salento e, per giunta, perpetrato contro una donna.